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Aristaeus è una figura della mitologia greca, figlio di Apollo e della ninfa Cirene.

Ermes, il messaggero degli dei, assistette al parto e le sue ninfe si presero cura di lui nutrendolo con nettare e ambrosia e insegnandogli l'arte della pastorizia, la produzione del formaggio, l'apicoltura e la coltura dell'ulivo e della vite.

Egli dedicò la sua vita a questo. Aristaeus venne onorato come un dio in molte località della Grecia per aver trasmesso agli uomini queste sue conoscenze.        

Dio ottimo o delle cose migliori, Aristaeus è per definizione una figura civilizzatrice, dispensatrice di felicità, prosperità e concordia.

A lui vengono attribuite molte qualità: insegnò agli uomini l'arte di cagliare il latte e di farne il formaggio, il modo di coltivare gli ulivi e spremere l'olio, l'arte di educare le api, di costruire gli alveari e di trarne il miele e la cera.

Grande viaggiatore, nasce in Africa (Libia) e dopo tante peregrinazioni, passando dalla Grecia, arriva in Sardegna.

Secondo il mito, si deve quindi a lui l'introduzione dell'agricoltura nell'isola. 

Il culto di Aristaeus era diffuso in Sardegna fin dal periodo nuragico (II millennio a.C.). Una sua raffigurazione sarebbe stata ravvisata in un bronzetto nuragico che porta sulle spalle una sacca con tre recipienti di prodotti agricoli di cui uno di miele.

Un'altra statuina raffigurante il dio fu rinvenuta nel gennaio del 1843 nel territorio di Olienain località Dule, in una vigna chiamata "de su Medde" (del miele?!).

La sua datazione non è certa. Probabilmente è anteriore alla conquista della Sardegna da parte dei Romani (238 a.C.). Attualmente è conservata nel Museo Archeologico di Cagliari.

La statua è alta 16 cm e raffigura un giovane dal corpo cosparso di api, con due rosoni o fiori disposti sulla sommità del capo e le cui braccia dovevano un tempo aver sostenuto un ramo d'ulivo ed un attrezzo connesso alla pastorizia. 

La statuetta e i suoi connotati "bucolici" rappresentano in modo efficace il rapporto tra il territorio sardo, la laboriosità delle sue genti e le produzioni agricole di origine antichissima.

La presenza della statuetta nelle campagne di Oliena è una traccia di effettive relazioni e fatti storici accaduti in età precoloniale, sulla scia dei rapporti commerciali instaurati con i Micenei.

 

 

 

 

Si può ipotizzare un collegamento con le colonie greche che si stabilirono nelle zone montuose dell'isola, fino alla storia dei profughi Iliensi (da Ilium, il nome latino della città di Troia), i quali, secondo la leggenda, sarebbero stati abitanti di Troia scampati all'assedio da parte degli Achei e rifugiatisi nella Sardegna meridionale. 

Alcuni reperti archeologici costituiti da ceramiche di Micene furono trovati in alcuni nuraghi, il nuraghe Antigori a Sarroch e il nuraghe Arrubiu a Orroli, a dimostrazione degli scambi commerciali che avvenivano anticamente in Sardegna.

Allo stesso modo, nella Sardegna centro-meridionale durante il periodo nuragico, tra il 1300 e il 1200 a.C. , venne prodotta un tipo di ceramica grigia chiamata anche "grigia sarda" . Resti di questa tipologia di ceramiche 

sono stati rinvenuti nell'isola di Creta a Kommòs e in Sicilia a Cannatello presso Agrigento.

All'arrivo dei coloni Cartaginesi gli Iliensi si ritirarono nelle zone montuose dell'interno riuscendo a mantenere la propria indipendenza.
Anche quando la Sardegna venne occupata dai Romani questo popolo molto bellicoso non venne mai sottomesso come era stato predetto, racconta Diodoro Siculo, da un antico responso oracolare. 

Memorabile fra le molte guerre fu quella degli anni 181-176 a. C., a cui pose fine il console Tiberio Sempronio Gracco. 

Gli Iliensi, e i loro alleati Balari, rinnovarono spesso la lotta, e ancora Augusto dovette combatterli. Ma per l'ostinata loro resistenza alla sottomissione, la regione interna montuosa andò assumendo nell'uso romano il nome di Barbaria, e Barbaricini vennero detti poi i suoi abitanti, che conservarono degli antichi Iliensi i costumi, lo spirito d'indipendenza e la vita agropastorale.

Aristaeus, Dio dell'agricoltura

A sinistra: statuina bronzea del dio greco Aristaeus 
ritrovata nella zona Dule (Oliena) nel 1843 (fronte)

A sinistra: disegno raffigurante la statuina di Aristaeus 

In basso: statuina bronzea del dio greco Aristaeus ritrovata nella zona Dule (Oliena) nel 1843 (retro)

In basso: François-Joseph Bosio, Aristée, dieu des jardins, 1817, Louvre, Parigi

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