
Il ritrovamento in Sardegna di svariati reperti archeologici in bronzo, come la statua di Aristaeus, i bronzetti o le numerose navicelle, tutte di epoca nuragica, testimonia come l'allevamento delle api nell'isola risalga a migliaia di anni fa'.
La tecnica utilizzata per la realizzazione delle sculture è infatti quella cosiddetta
"a cera persa", introdotta proprio nell'età del bronzo grazie alla disponibilità della cera che si otteneva dagli alveari.
Oltre alla statua rinvenuta a Oliena, un'altra raffigurazione di Aristaeus sarebbe stata ravvisata in un bronzetto nuragico che porta sulle spalle una sacca con tre recipienti di prodotti agricoli di cui uno di miele.
Nella preistoria si utilizzava già il miele come alimento. Nell'età del bronzo l'uso del miele e della cera d'api cominciò ad estendersi considerevolmente e non bastarono più le api silvestri.
Ci sono molte prove del fatto che si utilizzò cera d'api per fondere manufatti di metallo e anche nella preparazione di medicinali e cosmetici. Quando i cacciatori diventarono agricoltori produssero il miele attraendo sciami di api verso primitivi alveari fatti di fango e paglia o ricavati da tronchi cavi di alberi.
Le api accettarono quello spazio offerto dagli agricoltori e vi sono rimaste per migliaia di anni.
Quando Fenici e Cartaginesi arrivarono in Sardegna, trovarono sicuramente nell’isola un’apicoltura già sviluppata.
L’allevamento delle api ebbe, soprattutto nel Medioevo, un notevole incremento: nei monasteri sardi infatti esistevano i cosiddetti “ortus de abis” per l’allevamento delle api e la produzione di tutti i derivati come la cera per le candele e il miele per la preparazione dei medicinali, dei dolci e per la vinificazione, perché in quel periodo si chiarificavano i vini col miele.
Venendo ai giorni nostri, si può osservare come l'apicoltura rappresenti ancora oggi una forma di totale simbiosi tra l'uomo e la natura, attraverso la quale, nel massimo rispetto della vita delle api, si ottengono prodotti come il miele, la pappa reale, il polline e la propoli, di grandissima importanza non solo per l'alimentazione umana, ma anche per la cura di malattie e per la bellezza.
Giampaolo Piras si innamora delle api durante la sua infanzia, quasi 50 anni fà, quando suo padre trova uno sciame in campagna e lo mette a dimora in un arnia.
Da quel momento suo padre comincia a interessarsi alla vita delle api e le arnie si moltiplicano fino ad ottenere un apiario di qualche decina di alveari, curato a livello hobbystico.
Giampaolo in quel periodo passava ore ed ore ad osservare il frenetico lavoro delle api, sedendosi davanti all'arnia e rimanendone ipnotizzato.
Questa profonda passione diventerà poi una ragione di vita che lo porterà a diventare un professionista affermato nella produzione del miele in Sardegna.
Crea la "Sarda Api" ad Assemini e infonde la sua stessa passione ai componenti della sua famiglia, sua moglie Olga e i suoi due figli Massimo e Gianfranco, che crescono nell'azienda di famiglia e diventano essi stessi apicoltori professionisti.
Terroirs de Sardaigne ha scelto Giampaolo Piras e la Sarda Api per la grandissima esperienza che lo contraddistingue, egli è uno dei migliori apicoltori della Sardegna.
La varietà di fioriture che si hanno in Sardegna e la natura incontaminata che caratterizza l'isola, permettono a un apicoltore accorto quale è Giampaolo Piras di sfruttare i vari "terroirs de Sardaigne" per ottenere diversi tipi di miele, dal millefiori ai monoflora più caratteristici dell'isola, come il prezioso miele di corbezzolo, amaro, un vero toccasana per la salute.
La sua apicoltura nomade è caratterizzata dalla costante ricerca dei punti migliori, con particolari microclimi e in particolari periodi dell'anno per sfruttare determinati "pascoli" che attendono le sue api anche per essere impollinati. Per ottenere i mieli monoflora il pascolo è effettuato esclusivamente in aree di vegetazione spontanea, nei periodi in cui c'è la fioritura della specie botanica caratterizzante e non c'è la "concorrenza" di pollini di altre essenze della macchia locale.
Terroirs de Sardaigne, anche a scopo salutistico e preventivo, consiglia un'assunzione quotidiana dei mieli di Sardegna e degli altri prodotti dell'alveare, abbinati magari ad altri prodotti naturali come il latte, il the, lo yogurt, ma anche per dolcificare torte fatte in casa e, perché no, alcuni desserts tipici dell'arte culinaria sarda come le succulenti sebadas.
"Il miele di Sardegna, una salutare bontà"
Massimo Tronci
Giampaolo Piras e le antiche origini del miele di Sardegna




In basso: navicella nuragica
A sinistra: bronzetto nuragico - La madre dell'ucciso
Urzulei, località Sa Dom'e s'Orcu. Cagliari, Museo Archeologico Nazionale
In basso: impollinatore su un fiore di orchidea della Sardegna
Terroirs de Sardaigne
Prodotti naturali
ed enogastronomici
della Sardegna
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